Nell'ottobre del 2000
L'Associazione Lu Lauru procedeva alla rielaborazione di una planimetria del Seicento da F.M. D'Aria con diffusione gratuita di un elaborato grafico 50x70cm (legenda aggiornata e antica toponomastica curata da Anna Montella e grafica di Michele Manisi) realizzato a scopo didattico col patrocinio dell'Amministrazione Comunale di Grottaglie, avente come tema Grottaglie nel XVII secolo e distribuito in tutte le Scuole del territorio comunale.
In una veste grafica elegante, un documento unico e prezioso alla portata di tutti, un libro da incorniciare come un quadro e da consultare con facilità
L'Associazione Lu Lauru procedeva alla rielaborazione di una planimetria del Seicento da F.M. D'Aria con diffusione gratuita di un elaborato grafico 50x70cm (legenda aggiornata e antica toponomastica curata da Anna Montella e grafica di Michele Manisi) realizzato a scopo didattico col patrocinio dell'Amministrazione Comunale di Grottaglie, avente come tema Grottaglie nel XVII secolo e distribuito in tutte le Scuole del territorio comunale.
In una veste grafica elegante, un documento unico e prezioso alla portata di tutti, un libro da incorniciare come un quadro e da consultare con facilità
Le origini di Grottaglie affondano le proprie radici in tempi remoti. Secondo alcune autorevoli fonti la città nasce come Casalgrande nel secolo VI, secondo altre nel sec.X, sicuramente i luoghi furono abitati già in epoca preistorica , come testimoniano i numerosi ritrovamenti archeologici. Le gravine di Riggio, Fullonese e San Biagio (o Lama di Pensiero), con le loro grotte, furono lo scenario naturale dei primi insediamenti rupestri. Nel 1297 al casale Criptalearum, preesistente, si unirono gli abitanti dei casali vicini, per avere maggiore protezione in caso di guerra. L’antico paese si sviluppò e crebbe intorno alla piccola chiesa che nel 1379, sotto il governo di Giacomo arcivescovo di Taranto, prese forma di Collegiata. Nel secolo XIV circa, il paese veniva cinto da grosse mura in maniera tale che vi si poteva accedere solo attraverso una delle tre porte: Porta S. Angelo a nord (abbattuta nel 1868 per un malinteso spirito di rinnovamento), Porta Sant’Antonio a sud, Porta San Giorgio o Castello ad est. La cinta muraria fu invece abbattuta dopo l’unità d’Italia. Sempre al secolo XIV si fa risalire la costruzione del Castello Episcopio che, realizzato in tufo zuppigno, copre complessivamente una superficie di 6150 mq., simbolo della potestà feudale che gli arcivescovi di Taranto esercitarono sulla città per lunghi secoli e a cui il maniero appartiene ancora oggi.
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